: "I rischi del lock-in" La sovranità secondo Aruba.it
Cloud ibrido, AI e reti di nuova generazione con l’integrazione di Juniper, in un ecosistema che punta all’innovazione senza dimenticare il ruolo del Canale, sempre al centro della trasformazione
Un incontro a Barcellona col management di HPE Italy ha costituito l’occasione per fare il punto sulla declinazione nel nostro Paese degli annunci di Discover 2025, tenutosi nel capoluogo catalano ai primi di dicembre, che hanno visto in primo piano la spinta sul nuovo networking per l’intelligenza artificiale. Al riguardo, Claudio Bassoli, Presidente e Amministratore Delegato di HPE Italy, ha evidenziato che “l’integrazione tra HPE Aruba e Juniper è entrata nel vivo anche in Italia, con il processo di fusione che procede secondo i piani e con le due aziende che sul piano operativo lavorano già come un’unica squadra sotto il cappello di HPE Networking, in una strategia che punta a unificare rapidamente tecnologie e piattaforme”.
L’Italia rappresenta un tassello importante di questa evoluzione, anche in vista dei prossimi Giochi Olimpici invernali di Milano-Cortina, per i quali HPE, su backbone di TIM, fornirà l’infrastruttura di rete che coprirà oltre 3.000 chilometri quadrati, dalla Lombardia all’Alto Adige passando per il Veneto, gestendo il traffico dati, le immagini, lo streaming 4K e 8K e l’intera sicurezza del perimetro digitale dell’evento. Tutti i dati generati dai Giochi transiteranno su reti HPE: una “rete delle reti” che si annuncia come “la più evoluta mai realizzata in ambito sportivo, con due livelli di sicurezza e un’architettura progettata in maniera innovativa”.
Claudio Bassoli, Presidente e Amministratore Delegato di HPE Italy
Accanto al networking, il cuore della strategia HPE in Italia ruota intorno all’intelligenza artificiale sovrana e al supercalcolo. Negli ultimi dodici mesi, HPE è stata al centro di alcune delle più importanti infrastrutture HPC e AI in Italia: oltre all’ormai noto supercomputer HPC6 di Eni, oggi pienamente operativo al 100%, si va dal sistema Megaride per l’Università Federico II di Napoli fino ai progetti con Leonardo nel Cineca di Bologna. In questo quadro, HPE sta lavorando alla “costruzione di un ecosistema italiano di intelligenza artificiale sovrana, basato su infrastrutture localizzate nel Paese, gestite da operatori italiani e con dati che restano sul territorio nazionale, in una visione nella quale rientrano iniziative come la ‘Call for Innovators’ avviata con Eni, Cineca e AMD, che mette a disposizione potenza di calcolo gratuita per startup impegnate su temi come la transizione energetica e la riduzione delle emissioni: le adesioni hanno superato ogni aspettativa, con decine di progetti candidati e una prima selezione già avviata”, sottolinea Claudio Bassoli.
Un altro pilastro è Fabbrica Italia, un programma itinerante lanciato lo scorso giugno che aggrega università, centri di ricerca, grandi aziende, scale-up e system integrator, con il supporto anche di Cassa Depositi e Prestiti. “L’obiettivo è quello di creare un ponte concreto tra innovazione e mercato, aiutando le scale-up a crescere più rapidamente in Italia e, se necessario, anche all’estero”, spiega Mauro Colombo, Technology & Innovation Sales Director di HPE Italy, raccontando di un ecosistema trasversale che tocca settori come finanza, assicurazioni, legal e cybersecurity, dove la specializzazione verticale è la vera chiave del valore. Sul fronte tecnologico, si punta su infrastrutture AI modulari o “chiavi in mano”, accessibili anche in modalità as-a-service tramite GreenLake: un modello che abbassa drasticamente le barriere di ingresso, soprattutto per scale-up e aziende mid-market, offrendo costi certi e scalabilità rapida. In un contesto in cui la potenza di calcolo cresce di anno in anno in modo esponenziale, la velocità di implementazione diventa un fattore decisivo per non perdere competitività.
Mauro Colombo, Technology & Innovation Sales Director di HPE Italy
Oltre alle reti di nuova generazione, con un networking sempre più automatizzato e basato su AI agentica, in questa trasformazione giocano un ruolo cruciale anche resilienza e cybersecurity. Con soluzioni come VM Essentials e Zerto, HPE risponde alle esigenze di virtualizzazione, disaster recovery e compliance normativa, in particolare per le aziende soggette alla direttiva NIS2. “Un tema forse tuttora sottovalutato in Italia, dove sono ancora molte le aziende che non dispongono di piani di ripristino adeguati”, fa notare Claudio Bassoli
Ma se questo scenario di trasformazione non riguarda più soltanto l’infrastruttura, ma anche le competenze, “i partner sono oggi più centrali che mai, a patto però che siano in grado di evolvere”, sottolinea Paolo Delgrosso, Channel, Alliance, OEM & SP Sales Director Manager di HPE Italy, spiegando che “in un contesto dove il time-to-market si è drasticamente ridotto e i trend tecnologici non sono più di cinque anni, ma si sono ridotti a tre, il partner non può più limitarsi al data center tradizionale: deve saper governare il dato lungo tutto il suo ciclo di vita, portando ai clienti non più solo hardware ma soluzioni integrate di AI, networking e sicurezza”.
Per accompagnare questa evoluzione, HPE ha messo mano anche ai programmi di canale, razionalizzandoli in un’unica struttura che valorizza tre grandi ambiti: servizi, infrastruttura e soluzioni, con il nuovo programma HPE Partner Ready Vantage, riguardo al quale Paolo Delgrosso auspica che “il top sarebbe avere che ogni partner arrivi a essere specializzato in tutti e tre gli ambiti”. L’obiettivo di fondo è infatti quello di aumentare il numero di risorse qualificate all’interno degli ecosistemi, favorendo formazione, certificazioni e percorsi fast track.
Paolo Delgrosso, Channel, Alliance, OEM & SP Sales Director Manager di HPE Italy
Un altro elemento chiave da tenere presente, prosegue Paolo Delgrosso, è la flessibilità del modello di consumo. Con GreenLake, HPE permette ai partner di proporre soluzioni sia in modalità CapEx sia OpEx, offrendo ai clienti la possibilità di scalare gradualmente la capacità, accendendo solo le risorse necessarie nel tempo. Un approccio particolarmente apprezzato in Italia, dove molte aziende, soprattutto nel mid market, cercano di bilanciare investimenti, spazio fisico e costi operativi.
Infine, anche la spinta sul networking, rafforzata dall’integrazione con Juniper e dalle piattaforme AIOps come Mist, rappresenta uno dei cambiamenti più significativi: reti sempre più autonome e intelligenti consentono di ridurre drasticamente i costi di gestione e di garantire livelli di qualità del servizio indispensabili per applicazioni critiche, dall’AI industriale alla sicurezza fisica, fino alla mobilità autonoma.
La sintesi è che la nuova offerta HPE che vede sempre più integrazioni tra cloud ibrido, AI e networking di nuova generazione, non solo aumenta il valore per i clienti finali, ma allarga anche il mercato indirizzabile per il canale. E i partner italiani, conclude Paolo Delgrosso, stanno ancora una volta dimostrando volontà di crescere: la sfida ora è accelerare sugli investimenti in competenze e modelli di business, perché nel nuovo scenario digitale chi arriva tardi rischia di restare fuori.