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BearingPoint Supply Chain Report 2025 Supply chain super adattive: un nuovo studio rivela come progettare una catena di fornitura con successo in un mondo in costante evoluzione. Un sondaggio globale condotto su un campione di oltre 600 decision maker in ambito supply chain, evidenzia un passaggio dall'efficienza all'adattabilità. AI, regionalizzazione e circolarità guideranno la prossima ondata di vantaggio competitivo
BearingPoint, multinazionale indipendente di consulenza strategica, manageriale e tecnologica, ha pubblicato il nuovo report globale “Supply chain super adattive: il nuovo vantaggio competitivo in un'era di discontinuità”, che, basato su un sondaggio condotto su 620 dirigenti senior in Europa, Nord America e Asia (responsabili delle decisioni relative alla supply chain e provenienti da organizzazioni con un fatturato pari o superiore a 500 milioni di euro), evidenzia un deciso allontanamento dai modelli basati sull'efficienza, poiché le continue turbolenze globali stanno ridefinendo la strategia della supply chain.
Anziché prepararsi a crisi occasionali, le aziende stanno ora progettando catene di approvvigionamento in grado di riconfigurarsi in modo dinamico e in tempo reale. Gli intervistati hanno indicato una chiara svolta verso l'adattabilità, guidata dalla necessità di aumentare la reattività, accelerare il processo decisionale e allinearsi alle aspettative normative e di sostenibilità in tutte le regioni.
«Le catene di fornitura globali stanno affrontando una trasformazione senza precedenti: dazi, instabilità geopolitica e nuove normative ESG impongono alle aziende di ripensare modelli storicamente basati sull’efficienza,” commenta Claudio Brusatori, Partner & Practice Leader di BearingPoint Italia. “Il nostro studio conferma che solo il 10% delle imprese ha realmente integrato la gestione del rischio nella governance della supply chain. Per quanto riguarda l’Italia, dove il Made in Italy è sinonimo di qualità e reputazione, la sfida è duplice: proteggere il valore del brand e garantire al tempo stesso la continuità operativa. Per riuscirci, le aziende italiane devono trasformare queste criticità in opportunità e in leve di crescita, attraverso processi più agili, digitalizzazione e strategie di nearshoring capaci di rafforzare la competitività senza sacrificare l’eccellenza.”
Secondo lo studio, il 90% dei dirigenti prevede che l’AI ridisegnerà le supply chain entro il 2030: la competitività della supply chain dipenderà più dall'adattabilità che dalla tradizionale efficienza dei costi. Questo approccio richiede supply chain digitalmente connesse, capaci di anticipare le disruption anziché limitarsi a reagire.
Nonostante l’entusiasmo verso l’intelligenza artificiale, la maturità nell’adozione resta però bassa, infatti solo l’8% delle aziende ha integrato pienamente l’AI e le capacità predittive nelle proprie operazioni. I principali ostacoli riguardano la frammentazione dei sistemi di dati, la scarsa visibilità lungo le reti globali e la mancanza di infrastrutture digitali scalabili. Le imprese che sapranno colmare questi gap, investendo in piattaforme integrate, governance dei dati e algoritmi predittivi, potranno ottenere un vantaggio decisivo in termini di velocità decisionale, efficienza operativa e resilienza.
Due terzi (66%) degli intervistati affermano che la localizzazione e la regionalizzazione sono fondamentali per rafforzare la resilienza e ridurre l'esposizione ai rischi geopolitici. Tuttavia, molte organizzazioni stanno lottando con le implicazioni finanziarie della ristrutturazione delle reti di fornitori, della creazione di capacità nearshore e del rispetto dei requisiti di conformità locali in continua evoluzione. Il report rileva che le strategie di regionalizzazione graduale stanno emergendo come un approccio pragmatico.
“I dati parlano chiaro: il 66% delle aziende indica l’elevato costo della produzione locale come principale ostacolo alla regionalizzazione, mentre il 79% segnala difficoltà legate alla qualità dei dati necessari per adottare soluzioni di AI e analytics,” spiega Nicolò Masserano, Sourcing&Procurement & Sustainability Lead di BearingPoint Italia. “Per le imprese italiane, spesso caratterizzate da filiere complesse e da una forte specializzazione, questo significa ripensare con coraggio il proprio modello operativo. La risposta non è rinunciare, ma innovare: servono modelli predittivi, piattaforme collaborative e una supply chain sempre più circolare.”
Questa evoluzione verso modelli più regionalizzati si intreccia sempre più con la spinta alla sostenibilità: non a caso, il 44% degli intervistati considera oggi la circolarità una leva strategica di crescita, non solo un obbligo normativo. Modelli di logistica inversa, “product-as-a-service” e recupero dei materiali stanno diventando strumenti chiave per ridurre sprechi, creare nuovi flussi di valore e rafforzare il posizionamento dei brand.
Il report identifica cinque aree chiave di intervento per le organizzazioni che cercano un vantaggio adattivo:
1. Riconfigurare le reti per garantire resilienza e agilità a livello regionale.
2. Costruire una dorsale digitale basata su cloud e dati affidabili.
3. Scalare l’AI per abilitare l'orchestrazione predittiva e il processo decisionale in tempo reale.
4. Integrare la circolarità per sbloccare un vantaggio competitivo sostenibile.
5. Sviluppare una leadership adattiva e potenziare l'orchestrazione interfunzionale
Per affrontare con successo la crescente complessità dei mercati, le aziende devono evolvere da una pianificazione statica verso un modello di analisi continua, in grado di garantire decisioni tempestive e informate. Le supply chain super adattive si fondano su abilitazione tecnologica, revisione del modello operativo e collaborazione all’interno dell’ecosistema. La trasformazione non mira più all’eliminazione del rischio, ma alla costruzione di reti flessibili, dinamiche e scalabili, capaci di evolvere in sincronia con le condizioni di mercato. Le organizzazioni che integreranno l’adattabilità al centro della propria strategia, investendo in intelligenza artificiale, sostenibilità e sviluppo delle competenze, saranno meglio posizionate per trasformare la discontinuità in un vantaggio competitivo duraturo.
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