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Commvault, la nuova piattaforma Unity e il ruolo del canale

Al debutto mondiale dell'offerta Cloud Unity, Mauro Palmigiani racconta la nuova macro-regione Laser, che unisce Sud Europa e America Latina, le tendenze del canale e l’andamento del business in Italia

Vendor

A New York, dove all’evento mondiale Shift 2025 svoltosi a metà novembre ha debuttato la nuova piattaforma Commvault Cloud Unity, la presenza di ChannelCity in esclusiva per la stampa italiana ha permesso anche di incontrare Mauro Palmigiani (nella foto di apertura), già responsabile Italia e South Europe di Commvault e da poco insediatosi nella nuova carica di Corporate Vice President per l’area Laser, ovvero Latin America & Southern Europe Region, che unisce le aree di America Latina e Europa meridionale in un’unica macro-regione.

Logicamente, la chiacchierata con Mauro Palmigiani non poteva che partire proprio dalla nuova organizzazione geografica di Commvault, che “è stata creata con una logica che ritengo molto intelligente: quella di unire due mercati, quello del Sud Europa e quello della Latin America, che hanno molto in comune, in quanto spesso molte aziende, soprattutto di taglia enterprise, che hanno presenza in Spagna e Portogallo, ma talvolta anche in Italia o Francia, spesso si espandono anche nell’area Latin America, per vicinanza sia culturale sia di modello di business”.

In sostanza, “l'obiettivo che ci stiamo ponendo è quello di estendere di là dall’Oceano ciò che stiamo facendo a livello di Sud Europa, considerando che nell’area Latam c'è un business strutturato ancora in modo differente rispetto a quello italiano o spagnolo. Per esempio, c'è una forte presenza del settore pubblico, però la parte Enterprise sta cominciando a crescere significativamente. Di sicuro vediamo possibili sinergie, e avere una corrispondenza diretta può senz’altro costituire un vantaggio, anche perché alcuni dei nostri partner sono attivi sia in Europa sia in America Latina”, spiega Mauro Palmigiani.

 

Le tendenze del Canale

Parlando di canale, che per Commvault è fondamentale, visto che da sempre segue un modello basato al 100% sui partner, “negli ultimi tempi il canale si sta differenziando: oltre al classico ruolo giocato dai reseller tradizionali, vi sono le nostre partnership con i cloud provider di livello globale come Google Cloud, AWS e Microsoft Azure, di cui utilizziamo sempre più i Marketplace, e per noi diventa fondamentale seguire i clienti che ‘consumano’ la tecnologia in questo modo”, sottolinea Mauro Palmigiani, spiegando che “questa crescita dei cloud provider avviene in percentuali simili in tutto il mondo, anche perché sono in atto collaborazioni in termini anche di creazione di regioni, supportando l’aspetto di Sovereign Cloud che è la prossima onda che vediamo arrivare: è sicuramente una sfida ma anche un’ottima opportunità”.

Non solo: “ovviamente anche i cloud provider lavorano con il canale, tanto che in un certo senso molto spesso diventano distributori. L’altra tendenza è quella crescente verso il ‘consumption model’, che abbiamo anche noi introdotto nelle nostre soluzioni in quanto offre maggiore flessibilità nella gestione”, prosegue Mauro Palmigiani, sottolineando che “se guardiamo specificamente all'Italia, dove prevale il multicloud e l’hybrid, una soluzione come la nostra che permette di gestire tutte le piattaforme in un unico modo con policy centralizzate implementate dall’AI, consente non solo di avere visibilità e gestione complete già dal momento in cui si inizia un progetto, ma permette anche tutte le eventuali trasformazioni che possono essere adottate nel corso degli anni, come per esempio passare da un cloud provider a un altro oppure spostare alcuni workload verso l’on premise, in un percorso di repatriation che ultimamente è molto gettonato. È una flessibilità che sempre più clienti stanno mostrando di apprezzare, soprattutto oggi che gli scenari tecnologici sono forse più ‘liquidi’ che mai”.

 
Sanjay Mirchandani, CEO di Commvault, durante il suo keynote all'evento Shift

L’ora di Unity

E forse è anche per questo che Commvault può vantare “una bassissima quantità di clienti che ci abbandonano insieme a un'alta quantità di clienti che aggiungono funzioni all'interno della piattaforma”, evidenzia Mauro Palmigiani, spiegando che “un cliente che si appoggia a Commvault è sicuro di poter rimanere nel tempo e coprire le esigenze di oggi e di domani. In particolare, con Unity noi oggi pensiamo di essere avanti rispetto a tutte le richieste che possono esserci, soprattutto anche in ambito AI agentica, dove ci aspettiamo un'esplosione nel giro di pochi mesi”.

In effetti, la nuova piattaforma Commvault Unity, abilitata all’intelligenza artificiale, unifica sicurezza dei dati, cyber recovery e resilienza delle identità in ambienti cloud, SaaS, on-premise e ibridi, aprendo quella che Commvault chiama una nuova era per la resilienza di tipo enterprise del business, con un approccio ResOps, Resilience Operations. Per tutti i dettagli sulla nuova piattaforma Commvault Unity, a questo link il reportage dall’evento Shift.

 
Sanjay Mirchandani, CEO di Commvault, durante il suo keynote all'evento Shift

Il business in Italia

Per quanto riguarda il business in Italia, come è consuetudine per le aziende quotate come Commvault, numeri specifici per il singolo Paese non vengono forniti, ma Mauro Palmigiani è in grado di confermare che “stiamo andando molto bene, grazie anche al nostro ottimo posizionamento sul mercato. Anche la nostra struttura è in crescita: la corporate continua a investire sul nostro Paese aggiungendo risorse e funzioni di supporto, anche in considerazione del fatto che l'Italia è ritenuta una country di best practice non solo in termini di market share”.

Entrando più in dettaglio dei diversi settori verticali, “abbiamo per esempio siglato un accordo con la Crui, in ambito Università, a dimostrazione del nostro interesse per l’Education, ma per noi è molto importante anche l’Healthcare, dove lavoriamo molto sulla resilienza del settore sanitario, che come noto è tra quelli più attaccati dai cybercriminali, e siamo presenti sulle infrastrutture e sulla parte energy”, prosegue il manager, sottolineando anche che “stiamo crescendo molto bene nel Settore Pubblico e sulla parte mid-market, oltre che su quello che noi chiamiamo ‘Velocity’, che per noi è l’ambito delle Piccole e Medie Imprese, dove vi è una forte prevalenza di cloud con le soluzioni SaaS”.

Infine, a New York l’area Laser ha visto la presenza di “tre clienti importanti provenienti dall’Italia e quattro partner dalla regione Laser, non solo italiani, sempre nello spirito di un evento come Shift, concepito per essere un appuntamento di valore nel quale è possibile interagire direttamente con il top management e le figure tecniche di spicco”, conclude Mauro Palmigiani, dando appuntamento alla tappa italiana di Shift, che si svolgerà a Milano il prossimo 19 febbraio 2026.

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