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HP, lavorare con l’AI generativa

Alla seconda edizione di Imagine 2024, l’attenzione è più che mai concentrata sull’intelligenza artificiale, inserita in prodotti e soluzioni capaci di soddisfare le crescenti esigenze di flessibilità e personalizzazione del lavoro sempre più richieste dalle aziende e dai knowledge worker

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Palo Alto – Seconda edizione a fine settembre per HP Imagine, evento concepito per concentrare in un’unica giornata tutte le più recenti innovazioni dell’azienda nata 85 anni fa proprio qui, nel cuore della Silicon Valley. Tenutosi nel quartier generale di HP, l’evento si è dipanato attorno al filo conduttore del "future of work”, ovvero del futuro del lavoro che vede nell’intelligenza artificiale generativa il vero abilitatore.

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Dopo i primi accenni dello scorso anno, quando proprio a Imagine 2023 si era cominciato a parlare di AI nei PC, definiti nell’occasione non più come semplici “Personal Computer” ma veri e propri “Personal Companion”, l’intero settore dei PC è entrato decisamente nell’era degli AI PC, grazie anche all’introduzione dei Copilot+ di Microsoft e a CPU e NPU sempre più performanti. A Imagine 2024, HP rilancia decisamente, con l’AI generativa che entra sempre più prepotentemente in tutte le soluzioni e i prodotti di casa, perché, ha spiegato nel keynote di apertura Enrique Lores, Presidente e CEO di HP, “l'AI non solo ottimizza i diversi task, ma crea esperienze di lavoro più coinvolgenti e appaganti: la maggior parte delle persone che utilizza l’AI ha rilevato notevoli miglioramenti nel loro lavoro. E oggi la missione di HP è quella di migliorare le esperienze lavorative con piattaforme con insight e automazione potenziate dall’AI, con tecnologie smart per creare esperienze personalizzate, e con strumenti di collaborazione in team sempre più avanzati”.


Enrique Lores, Presidente e CEO di HP, nel suo keynote a Imagine 2024

PC al top

Il primo riferimento del numero uno di HP è alla piattaforma Workforce Experience, che aiuta i CIO e le aziende a ridurre il carico di lavoro sui team di supporto IT grazie all’analisi predittiva e all’automazione avanzata, e che a oggi gestisce oltre 270mila dispositivi, mentre il secondo riferimento è ai nuovi PC di casa, tra i quali spiccano alcune primizie decisamente intriganti. La parola d’ordine che emerge dai nuovi PC targati HP è “liberare la creatività”, soprattutto grazie ai nuovi PC AI 2-in-1 OmniBook Ultra Flip, pensati in particolare per freelance e creatori, e all'EliteBook X, indicato come il notebook AI più potente al mondo. Tra le caratteristiche salienti del 2 in 1 OmniBook Ultra Flip, si segnalano il display OLED 3K, la fotocamera AI da 9 MP e la sicurezza targata HP Wolf, che comprende un chip di sicurezza unico e un nucleo PC auto-riparante, oltre al rilevatore McAfee Smart AI Deepfake che avverte di potenziali frodi o disinformazione.

L’EliteBook X si segnala invece per essere il primo nella gamma “commercial” di HP con caratteristiche di assoluto rilievo come l'architettura di memoria a 8000 Mbps su 64 GB di RAM LPDDR5x, il processore AMD Ryzen PRO che consente fino a 55 TOPS di prestazioni NPU per gestire in locale anche carichi di lavoro AI più impegnativi. Ma c’è anche un’altra chicca: l’HP Endpoint Security Controller prevede anche la funzionalità di rilevamento degli “spioni” che osservano il display, che usa il sensore della webcam potenziato dall'AI per avvisare quando vengono rilevati occhi indiscreti e sfuoca automaticamente lo schermo se necessario.


Il top management di HP in un momento di Imagine 2024

Progetto Starline

Ma il focus non è solo sui PC, perché tra le altre novità viste a Imagine 2024 c’è anche HP Boost, una funzione che permette di condividere in azienda la capacità di calcolo delle GPU delle workstation Z targate HP per affrontare localmente i task AI più complessi senza ricorrere a costose risorse cloud. Non solo: nella visione di HP, anche il settore del printing sarà sempre più trasformato dall'AI, rendendo l'esperienza di stampa più intuitiva, con soluzioni capaci di snellire anche i compiti più impegnativi. Inoltre, HP sta lavorando per creare nuove esperienze collaborative che traggono vantaggio dall’AI per eliminare le distanze tra i flussi di lavoro digitali e fisici, sia con soluzioni di videoconferenza sempre più smart, realizzate grazie alla vasta gamma di soluzioni Poly, sia con la collaborazione in atto con Google nel progetto Starline, una soluzione di comunicazione che fa uso dell’AI e delle tecnologie di imaging 3D per creare esperienze immersive in grado di rivoluzionare le call video.

Creare il futuro

Sono solo alcuni esempi, ha sottolineato Enrique Lores, di quello che HP intende fare oggi: “in questo periodo di cambiamenti rapidi e di grandi opportunità, in particolare per ridefinire il modo in cui viviamo e lavoriamo, il tema principale è l'importanza di creare il futuro, e non solo di immaginarlo, attraverso idee innovative che diventano realtà. Ecco perché la nostra attenzione si concentra sul futuro del lavoro e sulle forze che lo stanno plasmando: le aspettative sia dei dipendenti sia dei datori di lavoro stanno cambiando, creando attriti tra le esigenze di business e la soddisfazione personale e professionale dei lavoratori, in uno scenario nel quale il lavoro oggi può essere da remoto, in presenza, ibrido o flessibile, con variazioni da azienda a azienda, in base la settore, alla cultura e anche al Paese. Ma soprattutto, l'Intelligenza Artificiale sta sempre più giocando un ruolo essenziale nella trasformazione in atto, influenzando profondamente il nostro rapporto con il lavoro”.

Flessibilità e AI

Flessibilità e AI sono quindi i due driver che stanno contribuendo a ridefinire il nuovo scenario del lavoro, come emerge anche dalla seconda edizione della ricerca "Work Relationship Index", vasta indagine effettuata da HP su oltre 15mila persone in 12 Paesi di tutto il mondo, dalla quale è emerso, ha sintetizzato Enrique Lores, che “solo il 28% dei ‘knowledge worker’ ha un rapporto sano con il lavoro e solo il 27% ritiene di avere gli strumenti necessari per svolgere al meglio il proprio lavoro: ci sono quindi grandi opportunità per fornire alle aziende e ai dipendenti gli strumenti più adatti per affrontare questa nuova realtà del lavoro”.

Perché c’è un altro dato importante che emerge dall’indagine di HP: “sia i datori di lavoro sia i dipendenti sono consapevoli che qualcosa deve cambiare, perché il vecchio modello ‘one size fits all’ non funziona più, quando si parla di strumenti tecnologici da fornire alle persone in azienda”, ha spiegato Enrique Lores, sottolineando che “oggi il nostro impegno è aiutare i nostri clienti a fornire gli strumenti di cui hanno bisogno nel nuovo scenario, con un intero portfolio di prodotti e soluzioni potenziate dall'AI, per favorire livelli ancora maggiori di produttività e personalizzazione”.



Esperienze personalizzate

Tra le altre evidenze principali dell’indagine Work Relationship Index, è infatti emersa prepotente l’esigenza di avere esperienze di lavoro personalizzate, come spazi di lavoro su misura, accesso alle tecnologie preferite e ambienti di lavoro flessibili. Nel dettaglio, due persone su tre, il 64% dei rispondenti, ha detto che se il lavoro fosse personalizzato in base alle proprie esigenze, sarebbero più coinvolte nella crescita della propria azienda, il 69% ritiene che questo migliorerebbe il proprio benessere complessivo e il 68% ha dichiarato che la personalizzazione incentiverebbe a rimanere più a lungo con il proprio datore di lavoro. Addirittura, l’esigenza di personalizzazione spingerebbe l'87% dei knowledge worker a rinunciare a una parte del proprio stipendio per ottenerla, per una media del 14% di stipendio in meno, con la Generazione Z disposta a rinunciare fino al 19%.

Infine, di rilievo anche i dati relativi all’AI, il cui uso tra i knowledge worker è aumentato al 66% nel 2024, rispetto al 38% dell'anno scorso. Chi utilizza l'AI nel proprio lavoro ne sta constatando i benefici: il 73% ritiene che l'AI renda il lavoro più facile, e il 60% afferma che l'AI gioca un ruolo chiave nel migliorare il proprio equilibrio tra lavoro e vita privata, ma soprattutto il 68% dice che l'AI apre nuove opportunità per godersi il lavoro e il 73% concorda sul fatto che una migliore comprensione dell'AI può portare ad avere maggiori opportunità carriera.

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