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SASE, cos’è, i vantaggi e le statistiche di Gartner. Una guida pratica firmata McAfee

SASE ovvero Secure Access Service Edge. Un approccio che sta rivoluzionando il concetto di garanzia di sicurezza nella navigazione. Un approccio su cui è al lavoro un ecosistema di eccellenza come quello composto da McAfee e un distributore a valore come Computer Gross. La guida completa e il caso MVISION Cloud, la voce dei manager protagonisti

Tecnologie & Trend
SASE ovvero Secure Access Service Edge. Un approccio che sta rivoluzionando il concetto di garanzia di sicurezza nella navigazione. Un approccio su cui è al lavoro un ecosistema di eccellenza come quello composto da McAfee e un distributore a valore come Computer Gross. La guida completa e il caso MVISION Cloud.

Una guida completa e una preziosa intervista con i manager McAfee che stanno guidando la strategia della multinazionale in un ambito, quello della continuità dei servizi e della corsa verso il cloud, che è da tempo in cima alle priorità di imprese, manager e ovviamente dei system integrator che li supportano.

Ma andiamo con ordine. La pandemia di COVID-19 ha incrementato la diffusione di trend che, dopo essere stati latenti per un po’, sono finalmente esplosi. Pensiamo, per esempio, ad iniziative che proiettano verso l’esterno la dimensione abituale dell’ufficio e a tutte le tecniche adoperate per accelerare l’acquisizione delle informazioni e, parallelamente, rendere più sicura la loro conservazione.

Nell’universo al quale ci stiamo affacciando, chi con competenze rodate, chi ancora a fatica, rientra il SASE un modello con grandi prospettive di crescita le quali vanno a intrecciarsi a doppio filo con il cloud. Vediamo perché.

Di recente il SASE è stato oggetto di un approfondimento nell’ultimo rapporto stilato da Gartner, compagnia globale che, ad oggi fornisce servizi, analisi e consulenza a più di 14mila clienti, sparsi nel mondo. Cerchiamo allora di capire cos’è SASE, quali vantaggi comporta e le cifre che sono emerse dal report.

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SASE, cos’è

La sigla SASE sta per Secure Access Service Edge e dunque implica una garanzia di sicurezza nella navigazione. Innanzitutto va detto che mette insieme una serie di cose, ovvero la protezione dalle minacce informatiche, le potenzialità dell’archiviazione online e la connessione ad Internet.

Possiamo quindi definire il SASE come un'architettura di rete in cui si uniscono le funzionalità che attengono alla VPN (Virtual Private Network) e le caratteristiche proprie del WAN, rete estesa su più aree geografiche. Coniato proprio da Gartner, il termine fa riferimento, nello specifico, a un framework, che, com’è noto, si pone come strato intermedio tra un sistema operativo e i programmi che vi sono installati.

Le aziende che si affidano al SASE sono in cerca di prestazioni elevate e di una maggiore scalabilità, ossia la capacità di adattamento alle esigenze che via via si presentano. La risposta, tanto ambita nell’Enterprise, consiste in un esame rigoroso, in qualunque momento, dei dispositivi collegati.

Con l’aumento delle postazioni da remoto e la migrazione dei data center, si mira cioè ad un nuovo approccio, allineato alla frequente tendenza alla condivisione. Come accade con il SaaS (Software as a Service), un armamentario di mezzi per calibrare gli investimenti e preferire tariffe mensili e piani a consumo. 

I dati del rapporto

La view di Gartner su SASE guarda all’evoluzione post pandemia e al conseguente impatto del digitale, attraverso un’indagine avvenuta nel periodo tra il 1 e il 31 gennaio del 2021. Il documento in questione si intitola “2021 Strategic Roadmap for SASE Convergence” ed è stato pubblicato il 25 marzo scorso. Lo studio effettuato tiene conto dei vari contesti e coinvolge individui, team e device utilizzati oltre che l’universo IoT (Internet of Things). Il SASE è stato illustrato per la prima volta nel luglio 2019 quando fu descritto da Gartner come un mercato emergente, ma oggi la situazione sta cambiando e si guarda all’innovazione in maniera diversa.

L’exploit verificatosi durante i lockdown non è stato un caso isolato, ma è andato consolidandosi all’inizio dell’anno in corso con un 17% di conversazioni con gli utenti finali che citano SASE a proposito di cybersecurity. Il passaggio ad un ventaglio di prodotti che si distacca dall’hardware trova comunque delle resistenze e, per una transizione completa, al SASE bisognerà aspettare, ma, intanto, il 2022 si prevedono ulteriori passi in avanti.

La priorità per i prossimi 18 mesi, indica Gartner, è aderire ad una visione integrata ed unificata. In linea con ciò, tra le raccomandazioni c’è la creazione di un team congiunto che si occupi di fare una pianificazione triennale o quinquennale volta a coprire l’intero perimetro prefissato.

Secondo l’andamento riscontrato, entro il 2025, almeno il 60% delle imprese avrà definito le tempistiche necessarie per l’adozione di SASE. Un salto enorme confrontato con il 10% del 2020 e che apre una vasta gamma di vantaggi. Ecco quali. 

I vantaggi di SASE

I costi sono indubbiamente il primo argomento da trattare, secondo Gartner, e si preannunciano in discesa, quando si opta per un unico fornitore. Un ragionamento analogo si può fare per l’esposizione al rischio, che diminuisce notevolmente così come la mole costituita dai carichi di lavoro.

L’elasticità e la resilienza dei pacchetti SASE si prestano ad una marea di contesti, dai campus alle filiali fino ai main headquartes con l’obiettivo di scovare, ed eliminare eventuali malware, incubo per ogni business. Un altro punto di forza è l’interoperabilità, da Windows a Mac, passando per Linux, fino al mobile, con iOS e Android.

L’amministrazione diventa così centralizzata ed è basata su algoritmi di intelligenza artificiale e su procedimenti di machine learning (ML) o apprendimento automatico, la modalità con cui le macchine conoscono l’ambiente circostante.

In conclusione va citata l’ottimizzazione del routing per videocall, eventi in streaming, piattaforme di gaming. SASE può dare, in tali frangenti, un contributo non indifferente nel ridurre la latenza, l'intervallo che intercorre fra l’istante in cui viene inviato il segnale e l’avvenuta disponibilità del rispettivo output. Un discorso a cui si collega l’operato di McAfee, controllata di Intel che ne possiede il 49% delle azioni. Chiudiamo allora la guida con le novità dal quartier generale di Santa Clara, in California.

McAfee e il MVISION Cloud

Accessi sicuri dunque, continuità dei servizi e supporto della rivoluzione cloud che tanto sta animando questa fase di ripartenza tutta digitale. Un mix di necessità che trovano sintesi nel SASE e nella strategia ad esso collegata che da tempo sta mettendo in campo una realtà come McAfee.

Nello specifico MVISION Cloud è una soluzione fondata sulle API (Application Programming Interface), protocolli che semplificano la progettazione delle infrastrutture IT.

È stata sviluppata da McAfee per proteggere i reverse proxy, che fungono da intermediari per i server a loro associati. Vi si aggiungono opzioni per il Disaster Recovery Management, oramai un must dopo l’incendio del Data Center di Strasburgo che ha generato blocchi in tutta Europa.
Un’idea rivoluzionaria che vuole puntare sulla velocità senza mai sacrificare l’efficienza a cui Gartner ha assegnato dei punteggi in un articolo del 5 aprile scorso, ritenendolo pienamente all’altezza di una produzione industriale.

MVISION Cloud ha soddisfatto il 97% dei criteri richiesti lato security broker, e il 90% per le categorie di app cloud. Come si apprende dal Reprint, ha totalizzato il 100% per quanto le capacità adattive e gli analytics delle interazioni esterne e relativi comportamenti, altrimenti nota come UEBA (User Entity Behaviour Analytics). L’imperativo, nel complesso, resta quello di proteggere le risorse messe in campo quotidianamente dagli attori dell’Information Technology e non solo. 

McAfee, MVISION e una progressione armonica frutto di idee chiare

Detto della piattaforma è ora importante ascoltare le voci dei manager protagonisti di una strategia, quella di McAfee, che oggi vive una fase di fortissima accelerazione in direzione proprio del cloud, dei partner e della collaborazione con Computer Gross.

«Questa piattaforma è il frutto di un percorso di grandi investimenti e di strategie molto precise – racconta infatti Gianluca Meomartini, Regional Sales Director Italy Switzerland Austria Poland at McAfee -. L’idea e la partica è essere una delle migliori società nel mercato della cybersecurity. Un obiettivo concreto, preciso che oggi passa dalla capacità di prestare particolare attenzione, idee, risorse proprio al tema cloud. Questa pandemia ha fatto fare passi da gigante a tutti noi verso il digitale, passi che molte aziende non avrebbero fatto in 10 anni.


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Ci sono società che hanno 150 mila dipendenti e, spesso, oggi si trovano davanti alla gestione di 150mila sedi remote… tutti hanno capito che si può lavorare, anche meglio, quando si è liberi di scegliere dove. E questa magia la rende possibile proprio il cloud. Una magia che però mette tutti noi davanti alla sfida di gestire connessioni su infrastrutture che non controlliamo… come quelle domestiche, per esempio.

Parlare di MVISION vuol dire fare un salto di qualità proprio verso una suite che pensa e protegge la corsa verso il cloud, lo smart working e i servizi a consumo che tutti stiamo affrontando. Una sfida che si vince avendo la capacità di proteggere ambienti eterogenei… ci sono grandi imprese che non vogliono abbandonare il mondo mainframe, tanto per essere chiari.

Al di là della soluzione comunque il focus che vogliamo sviluppare in questo ambito è davvero costruito sulle esigenze dei nostri partner e dei nostri clienti. Stiamo scommettendo su un ecosistema, come quello con Computer Gross, che sia in grado di costruire un ambiente davvero sicuro a misura di manager, imprese, system integrator, un ambiente contemporaneo». 

Ad entrare nel cuore tecnologico di MVISION ci pensa poi Alberto Zampieri Senior Sales Engineer Cloud Security Business Unit at McAfee


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«Si tratta di una piattaforma consolidata, che arriva da una acquisizione fatta già a fine 2018 e di una soluzione che era già leader. Parliamo dunque di una strategia precisa in direzione della protezione degli ambienti cloud, una strategia che ha vissuto tappe e traguardi pianificati.

Nell’abbracciare l’approccio SASE di Gartner siamo infatti partita da questa piattaforma, che era già consolidata per poi aggiungere costantemente investimenti, idee, miglioramenti e acquisizioni più recenti come quella di Light Point Security, che è arrivata lo scorso anno. Una acquisizione che ci ha permesso di crescere in ambito remote browser isolation. Grazie a questa mossa abbiamo aggiunto grandissimo valore a MVISION.

Oggi infatti siamo in grado di mettere sul campo una soluzione SASE davvero a 360°, capace di andare a guidare ogni aspetto di una corretta strategia di sicurezza. Abbiamo un bagaglio tecnologico consolidato che va dall’endpoint fino all’unified cloud edge.

Non si tratta però di un collage di soluzioni ma di una integrazione di soluzioni leader che avevamo in portafoglio o che abbiamo acquisito dal mercato dopo attente valutazioni e mosse mirate. Una garanzia di efficacia e completezza su cui i partner possono costruire opportunità e progetti di grande valore proprio in questa fase di ripartenza in cui tutti stiamo portando il digitale e il cloud al massimo dei giri…»
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